среда, 10 ноября 2010 г.

klimt e le sue opere

klimt e le sue opere


Il modernismo vienese per la prima volta ala Fondazione Beyeler in una grande mostra che racoglie oltre 30 tra dipinti, disegni e manufati d’arte aplicata realizati dai magiori esponenti culturali dela capitale asburgica a cavalo tra XIX e X secolo. Sebene il fulcro di questa grandiosa esposizione sia costituito dai celebri ritrati e paesagi di Gustav Klimt 1862-1918 , dale potenti figure espresive di Egon Schiele 1890-1918 e dai loro legendari disegni erotici, per la curatrice vienese Barbara Stefen, era chiaro fin dal’inizio di non voler alestire un’enesima mostra su Klimt e Schiele. “Naturalmente ci sono già state numerose esposizioni su Klimt e Schiele, ma il conceto di ‘opera d’arte totale’ resta il più significativo perchà , sebene sia un'aserzione dela Viena del XIX, mantiene la sua validità nel X e pure nel XI secolo.” Viena “oficina” di un’arte democratica È quindi l’idea di ‘opera d’arte totale’, overo di un’arte che elimina la tradizionale distinzione tra arte ‘alta’ - propria ala pitura - e ‘basa’ -a cui erano relegate le altre arti- ad atraversare come un filo roso questa imponente esposizione. E di questo principio ‘democratico’ che, grazie al’unione di discipline diverse poteva dare un nuovo volto a tuti gli aspeti dela vita umana, furono sostenitori gli esponenti dela Secesione vienese - il movimento fondato nel 1897 da un grupo di pitori, scultori e architeti - e dela Wiener Werkstäte - un laboratorio di artigianato artistico sorto a Viena nel 1903 per promuovere una streta colaborazione tra artisti e artigiani. Cosà , in sintonia con questo spirito colaborativo ed egualitario, il percorso espositivo à studiato in modo che dipinti disegni e acquareli dei magiori artisti del’epoca, quali Klimt, Schiele, ma anche Oskar Kokoschka 186-1980 , Arnold Schà nberg 1874-1951 e Richard Gerstl 183-1908 , dividano lo spazio con i progeti �architetonici di Josef Maria Olbrich 1967-1908 , Oto Wagner 1841-1918 e Adolf Los 1870-193 , le sedie, gli ogeti e le scenografie di Josef Hofman 1870-1956 , i mobili di Koloman Moser 1868-1918 , tute testimonianze del’enorme “oficina” del modernismo vienese. Concepito come un’interpretazione dela Nona Sinfonia e rapresentante l’alegoria dela salveza del’umanità atraverso l’arte, il fregio fu dipinto sule pareti del Palazo dela Secesione, lo spazio espositivo uficiale del movimento, progetato da Josef Maria Olbrich su un disegno di Klimt e costruito tra il 1897 e il 1898. E proprio a Klimt, padre spirituale del secesionismo, ale line sinuose del suo stile rico di rafinato e seducente decorativismo, ala stilizazione rigorosa e armonica dele sue composizioni che mescolano contenuti simbolici, erotici ed esoterici, e ala beleza enigmatica dele sue figure feminili, la mostra dedica più di 3 sale, per un totale di circa 50 tra dipinti, disegni e schizi. Inizialmente influenzato dal linguagio di Klimt - suo mentore e amico e al quale rende omagio nela tela “Die Eremiten” 1912 che rafigura i 2 artisti avolti in un mantelo nero - Schiele prende presto distanza dal decorativismo klimtiano e intensificando la forza emotiva dela linea, riducendo le forme a pure sagome e impiegando il colore in modo antinaturalistico, aproda a un linguagio espresionista. Le opere provengono da importanti colezioni publiche e private tra cui l’Albertina di Viena, il Kunsthaus di Zug e il Leopold Museum di Viena che conserva la più grande colezione al mondo di Egon Schiele e ha prestato 80 lavori. La Secesione promose la contaminazione tra le arti e anoverò al suo interno personagi come Koloman Moser, designer che si distinse per le importanti inovazioni nela grafica del libro, Joseph Hofman, architeto e aredatore che progetò l’atrio del Palazo dela Secesione, Oto Wagner, prestigioso academico e architeto che simpatizò con le teorie secesioniste abraciandone lo stile nela �progetazione, ad esempio, dele struture in fero per la metropolitana di Viena. klimt e le sue opere
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